//IL PLAGIO E IL COPYRIGHT: COSA SONO E QUALI SONO LE DIFFERENZE. Silvia Usai 2DA Linguistico tedesco

IL PLAGIO E IL COPYRIGHT: COSA SONO E QUALI SONO LE DIFFERENZE. Silvia Usai 2DA Linguistico tedesco

di | 2025-01-14T19:37:20+01:00 14-1-2025 19:37|Alboscuole|0 Commenti
Ultimamente sui social si sente molto parlare di plagio e copyright. Il plagio è l’appropriazione, attraverso la copia totale o parziale, di un’opera, frutto dell’ingegno altrui, facendola passare come propria. Il plagio può avere anche risvolti penali, spesso viene equiparato alla violazione del diritto d’autore o al reato di furto. Il plagio prevede pene inferiori rispetto al furto, perciò chi copia e vende opere identiche all’originale riceve pene maggiori rispetto a chi vi apporta solo brevi modifiche fingendo di aver creato l’opera. Spesso il plagio avviene nella musica, anche se non vi sono norme precise a riguardo per poter stabilire se un brano possa costituire un plagio. Infatti è un giudice a nominare un consulente tecnico d’ufficio che dovrà ascoltare i brani per poi stabilire se è presente un plagio o no. Se il plagio viene riconosciuto, l’autore del plagio può rischiare il ritiro del pezzo dal mercato, ma anche sanzioni. Il plagio può avvenire anche nel campo della letteratura, dell’arte, della scienza e dei contenuti online, ma può riguardare anche idee o progetti. Le prime norme sul copyright, invece, furono emanate nel sedicesimo secolo dalla monarchia inglese. Esso nasce come diritto specifico dell’editore, ma non dell’autore, fino ad arrivare al 1710. In quell’anno fu emanato lo “Statuto di Anna”, che per la prima volta tutelava gli autori. Essi, infatti, potevano bloccare la diffusione delle proprie opere. Nei secoli successivi vennero emanate leggi riguardanti il copyright anche in tutto il resto d’Europa, anche se alcune avevano ispirazioni più illuministe e democratiche rispetto alle leggi anglosassoni. Con la nascita delle videocassette e musicassette fu più difficile tutelare il copyright tradizionalmente inteso, in seguito l’avvento di personal computer e Internet ha eliminato le barriere economiche e tecniche alla riproduzione e distribuzione di opere in precedenza gestite dagli editori. Un caso emblematico è stato quello di Napster, il primo sistema di condivisione gratuita di file musicali, chiuso nel 2002 dopo denunce degli editori. Altri programmi simili però lo hanno sostituito continuando ad influenzare l’industria discografica. La diffusione del file sharing e l’obsolescenza dei CD, legata al loro costo elevato, hanno ridotto le vendite di musica, colpendo il sistema corporativo tradizionale, anche se alcuni studi mettono in dubbio l’entità del danno. Il concetto di trans copyright è stato introdotto per la prima volta da Ted Nelson nel 1981. Il suo progetto prevedeva la possibilità di includere in un proprio lavoro collegamenti e riferimenti ad altre opere, pagando e citando gli autori originali, preservando il diritto d’autore, anche se quest’idea non fu ben accolta. Per quanto riguarda l’arte, molte persone ritengono che un’opera non sia frutto di un solo individuo, perché ogni artista viene influenzato da altri anche inconsapevolmente. Questo è il motivo per cui l’arte viene vista come un patrimonio collettivo e non come proprietà esclusiva di qualcuno. Proprio questa idea ha portato alla nascita dei musei pubblici nel 1700. Il copyright, al contrario di ciò che si può pensare, non dura per sempre, infatti, ad esempio, i diritti d’autore su una canzone durano 70 anni, ma quelli di un medicinale durano solo 20. In molti paesi il copyright viene considerato un reato simile al furto, ma molti sostengono che ci siano diversi modi di violare il copyright (più o meno gravi), e che quindi dovrebbero esserci pene diverse in base alla gravità dell’atto. Per queste motivazioni l’Unione Europea ha introdotto una direttiva per fare chiarezza sulle leggi sul copyright. Questa direttiva ha scatenato alcune polemiche perché, a detta di alcuni, vi sono presenti articoli che limiterebbero la libertà d’espressione e l’accesso alle informazioni. Molte critiche riguardano l’uso di link, meme o contenuti condivisi online, che spesso violano il copyright. Alcuni propongono soluzioni alternative come sistemi di compensazione. La difficoltà di applicare il copyright sul web ha portato movimenti come il Partito Pirata a opporsi alle leggi attuali, mentre altri sostengono la necessità di una revisione delle norme per adeguarle all’era digitale. Ma qual è la differenza tra plagio e copyright? Il plagio avviene quando si presenta un’opera altrui come un’idea propria, senza dare credito all’autore originale, come ad esempio quando si copia un testo da un libro presentandolo come proprio senza citare l’autore. Le conseguenze per chi compie un plagio sono pagare delle sanzioni. Il copyright invece protegge le opere creative dall’uso non autorizzato. Ciò significa che solo il titolare del copyight può riprodurre, distribuire o modificare l’opera. Un esempio di violazione del copyright può essere pubblicare una canzone protetta da copyright senza avere alcuna autorizzazione per farlo. Le conseguenze della violazione del copyright possono essere sanzioni legali, come ad esempio multe o un risarcimento danni.