//Il diario di una donna degli anni ’80.

Il diario di una donna degli anni ’80.

di | 2021-07-31T06:48:02+02:00 31-7-2021 6:45|Alboscuole|0 Commenti
di Eva Baker e Maria Tea Santagiustina, Classe  3^A. –  Per gli anni ’80, come quarto articolo dedicato alle donne e alla loro lunga e ininterrotta lotta per la conquista delle libertà e dei diritti ci piace sottolineare che, appunto in tempi recenti, sono avvenuti effettivamente dei cambiamenti contestualmente al ruolo femminile nel campo lavorativo. Sono state poste le fondamenta  per  ruoli di rilievo nelle cariche politiche, in Italia e in altri Paesi, che le donne hanno rivestito sia nel pubblico che nel privato, infatti si è registrata la loro presenza nei vertici statali e in ambito manageriale di alcune aziende. Quest’articolo però vorremmo dedicarlo a coloro le quali, dopo il loro matrimonio, hanno seguito una loro scelta personale dedicando tutto il loro tempo al ruolo di casalinga mettendosi interamente a disposizione della loro famiglia. Ecco cosa scrive della sua vita una di loro nel proprio diario. Giovedì, 11 maggio 1982. Caro Diario, ormai sono passati un po’ di anni da quando mi sono trasferita qui in Inghilterra con mio marito. Ti ho raccontato più volte di tutti i miei cambiamenti da quando sono arrivata in questo spettacolare luogo. Una cosa che invece non è mai cambiata è l’irriverenza con cui mi parla mio marito. Pensavo che dopo un po’ di tempo questa scomoda situazione sarebbe cambiata, ma invece ogni giorno è peggio. Sono circa quarant’anni che le donne possono votare facendo sentire al mondo la loro voce, ma io invece devo rimanere in casa a fare la brava donna di casa. Le mie amiche della parrocchia vivono quasi tutte come me: accudiamo i nostri figli, prepariamo da mangiare ed essendo benestanti possiamo permetterci di fare shopping sempre però accompagnate dai nostri mariti. A proposito di questo, negli ultimi anni la moda femminile si è molto emancipata, permettendo alle donne di non nascondersi dietro a lunghi abiti, che sembrano delle gabbie create per impedire loro il volo. Non solo, molte mie coetanee hanno il permesso di lavorare anche per portare a casa una parte di quello che poi serve per il sussidio della loro famiglia. In questi momenti io mi sento così inutile! Quante volte vorrei prendere una valigia, metterci qualche comodo vestito e sfuggire a questa vita, ma invece migliaia di sensi di colpa mi assaliscono. Non potrei mai abbandonare i miei piccoli nelle mani di un uomo inaffidabile, e poi, non saprei neanche dove rifugiarmi. Come sai mio padre mi ha lasciata pochi anni dopo mia madre, ed io ora sono sola, l’unica mia forza è Margaret, la mia vicina. Solo lei comprende il mio stato d’animo, mi è rimasta accanto in ogni momento di sconforto e sono sicura non mi abbandonerebbe mai. Lei è molto fortunata, perché lavora come segretaria in un agenzia e quando esce la mattina indossa quel perfetto completino blu che io non potrò mai indossare. Mio marito è appena rincasato dal lavoro ed io devo spazzolargli le scarpe per renderle lucenti come il sole che sta tramontando fuori dalla mia finestra. Ora ti saluto mio piccolo amico, e ti prego di custodire gelosamente i miei segreti. … Marie Anne.