//FESTA DELLA DONNA ALLA “SETTIMANA DELLO STUDENTE”

FESTA DELLA DONNA ALLA “SETTIMANA DELLO STUDENTE”

di | 2022-03-18T19:50:08+01:00 18-3-2022 19:49|Alboscuole|0 Commenti
In occasione della Settimana dello studente, i corsi e le attività programmate sono state svariate.  Una particolarmente interessante, è stata la video conferenza con Apollonia Reale e un gruppo di Avvocati e Pedagogisti, programmata l’8 marzo , Giornata Internazionale della donna, conosciuta anche come Festa delle Donne L’incontro virtuale, avvenuto alle ore 11:15 per le classi del triennio, è iniziato con un piccolo intervento da parte della Preside che ha lasciato, poi, la parola a Loredana Iavazzo. La relatrice non solo ha esposto il suo punto di vista ma ha anche portato alla luce ciò che è la realtà, ignara a tanti. Quante persone sono a conoscenza che in Svezia esiste ancora il pregiudizio sulla figura femminile? Quante, invece, sanno che, nonostante nella Costituzione (con precisione articolo 37), sia riportata come norma l’uguaglianza della donna in ambito politico, religioso, lavorativo, i singoli continuano ad avere disparità tra sessi?
Ella non è stata l’unica a parlare. E’ intervenuto anche Emilio Di Fusco, uno psicologo ed assistente sociale. Noi alunni abbiamo avuto modo di partecipare al dibattito e leggere delle slide riguardante le aspettative su come gli uomini e le donne devono comportarsi in relazione alla cultura e ad un complesso storico come la scuola. Personalmente, quando si tende a parlare di questa festività sono facile affermare che molte persone non comprendano al meglio quello che in realtà significhi. Forse nel corso degli anni questo omaggio per l’ingiusta morte delle donne, delle continue lotte delle nostre antenate per ottenere la parità, delle conferenze, dei dibattiti sulle incarcerazioni e violenze, sia stato letteralmente traviato.
Moda. Tendenze. Feste. Divertimento. Affari commerciali. Poche definizioni che, a parer mio, oggi giorno contano di più per gli altri; come postare sui social le foto dei regali ottenuti (le tipiche mimose o qualche piccolo tenero e morbido orsacchiotto), ritrovarsi a brindare allegramente tra tavoli ricchi di pietanze che poi verranno buttate via facendo accrescere notevolmente uno dei problemi che affligge il nostro pianeta. I tacchi rossi, iniziativa nata dalla messicana Elina Chauvet, sparsi in modo indefinito tra le strade gremite e deserte come stimolo a riflettere sul femminicidio, le immagini lanciate che riprendono donne tinte in viso di colore nero per richiamare l’attenzione sulla violenza domestica, slogan spuntati su differenti piattaforme con frasi motivazionali e ribellioni digitali, licenziamenti ingiusti con qualche occhiata invadente quando abbandoni l’ufficio o il pensiero, degli altri, di essere state assunte non per le capacità intellettuali bensì fisiche, il cipiglio di superiorità che si tende a ricevere quotidianamente quasi come se fosse una situazione normale. Devo continuare? Perché se lo facessi potrebbero editarmi un libro per quante pagine spenderei a far esempi chiari a tutti ma a cuore di pochi.
Credo che, fin quando l’alta inclinazione sulla considerazione sulla figura femminile sarà importante solo in apposita festa e allo scoccare della mezzanotte del giorno successivo, le riflessioni accompagnate da pungenti singhiozzi a causa del pianto frustante, i pugni serrati sbattuti sulle scrivanie per la propria voce che non viene ascoltata ma semplicemente sentita, le iridi avvolte dalla rabbia ma anche dalla compassione all’ascoltare un qualcosa che avremmo voluto non udire e tanti altri avvenimenti simili che ci inducono a pensare che l’indomani la situazione non farà altro che peggiorare. Quindi, mi chiedo, a quale scopo tendiamo a festeggiare questo giorno se poi non scateniamo le acque come il mare in tempesta e restiamo tra le calme maree?
FILOMENA LEPORE (5^ B Tur)