Laboratorio di scrittura creativa Prof.ssa Maria De Palma I L
“Elena, io sono stata da sempre la tua fedele ancella, fin da quando eri una tenera bambina. Sai perciò che desidero che tu sia felice”.
Dopo qualche secondo di silenzio Elena replicò : ” Ma come è possibile che io sia felice senza il mio amore? Come puoi pensare che un sacrificio sia la mia felicità?!”
L’ancella abbassò gli occhi e disse :” Come puoi trovare la felicità nelle sofferenze altrui?”
“Cosa intendi dire?”
“Pensa alle persone che ami e che ti amano, pensa anche al tuo popolo.”
La regina, con moto di stizza, sgridò la povera ancella : ” Come puoi tu, che sei solo un umile serva, dirmi cosa una regina potrebbe fare per il popolo… e come posso stare con un uomo a cui non riesco a dare il mio amore?!”
L’umile ancella, sofferente ma al contempo forte, controbattè con occhi bassi e voce sussurrante ma ferma:”E di tua figlia… che mi dici?”
Elena indietreggiò come colpita al petto e urló: “TACI! VATTENE! ESCI DA QUESTA STANZA!” , disse spintonando l’ancella e si lasciò cadere piangente a terra.
L’ancella mise la mano sulla spalla di Elena e disse : “Mia regina, vieni con me, ti mostro una cosa…”
L’aiutó ad alzarsi e la prese per mano.
” Cosa mi vuoi far…far vedere?”
” Stai tranquilla! Voglio farti vedere una cosa di cui, probabilmente, ti sei dimenticata.”
Cominciarono ad avviarsi nei corridoi del palazzo, enormi, pieni di statue e affreschi. Arrivarono davanti una grande porta e si guardarono negli occhi e la bella regina spezzò l’inquietante eco dei passi dicendo :”Cosa vuoi mostrarmi?”
” Una cosa che ti convincerà a rimanere a Sparta, una cosa di cui avevi dimenticato l’esistenza… ” , rispose la fedele serva con un dolce sorriso.
Elena continuava a non comprendere : “Cosa c’è dietro questa porta di così importante da convincermi a rimanere a Sparta e non seguire il mio amore?”
L’ancella rispose: ” Scoprilo da sola; apri la porta e vedrai che qui c’è ciò che di più bello hai e di cui, in questo momento, non hai memoria perché accecata dalla passione…”
La giovane regina aprì la porta lentamente e quest’ultima cigolò facendola rabbrividire. Quando la porta fu completamente spalancata, Elena rimase a bocca aperta…
” Sí , avevi dimenticato tua figlia!” Era una stanza piuttosto buia e al centro vi era una culla rosa.
Elena si avvicinò tremante alla bimba, la osservò… : un tenero volto con le labbra rosee. C’era tanta innocenza in quel volto angelico, in quel respiro da bambina, in quelle manine vicino alle guance.
” Rimarrai qui, mia regina?”
Un momento di esitazione fu seguito da un
“sì ” deciso.