//2 novembre: paese che vai, pupi e teschi che trovi

2 novembre: paese che vai, pupi e teschi che trovi

di | 2018-11-14T11:23:54+01:00 12-11-2018 18:43|Alboscuole|0 Commenti
di Clara Di Maria –  Il  2 novembre,  in moltissimi paesi del mondo − soprattutto in quelli con una forte presenza e tradizione cattolica – come è noto è il Giorno dei Morti, dedicato al culto dei defunti. Nel corso dei secoli, si sono sviluppate usanze particolari legate a questa giornata, soprattutto in Sud America, dove i festeggiamenti possono durare molti giorni e prevedono musica e cibi tipici. In Messico infatti la festa è sentita in maniera particolare e la morte non è una cosa di cui avere paura, è quasi una compagna di vita. Questo giorno è allietato da musica, danze e moltissimo cibo. La festa deriva dalle tradizioni dei maya e degli aztechi,  in quanto alcune pratiche e simboli sono vecchi di almeno tremila anni. Il simbolo del teschio, ad esempio,  è riconducibile agli aztechi, che conservavano i crani come trofei e li consideravano un’allegoria della morte e della rinascita. Per questo oggi le persone indossano delle maschere di legno chiamate calacas e danzano in onore dei parenti defunti. Molto importante è la danza de los viejito,  durante la quale bambini e ragazzi si travestono da vecchietti, oppure la danza de los tecuanes, ballo molto popolare che raffigura la danza del giaguaro. La festa dei morti viene celebrata o in cimitero o nelle proprie abitazioni. Nel primo caso, le persone visitano le tombe dei parenti, le puliscono e portano fiori, cibo e bevande. Inoltre, viene creato un percorso formato da petali, di cempasuchitl o di garofano arancione, che dal cimitero aiuta i defunti a tornare a casa. Inoltre, vengono preparate delle ofrenedas, cioè degli altari, sui quali vengono esposti i quattro elementi naturali: acqua, fuoco, aria e terra. L’acqua, che disseterà lo spirito del defunto; il fuoco, che viene simboleggiato dalle candele; l’aria, che è rappresentata dal papel picado, un cartoncino preziosamente perforato; e infine la terra, rappresentata dal cibo. Per le strade è possibile vedere delle persone truccate da scheletro: tipico l’esempio di donna Catrina. Invece a Palermo la festa dei morti viene celebrata in modo diverso, si usa andare al cimitero e pregare per i defunti.  Si usa mangiare i pupi di zucchero e la muffoletta, una specie di panino morbido e rotondo condito con olio, sale, acciughe e origano. Qui i bimbi ricevono un cesto, che la tradizione vuole che sia riempito durante la notte dell’uno novembre con leccornie e giocattoli dai parenti defunti.