//               CI STIAMO BEVENDO IL CERVELLO    di Federico Panaccio 3G

               CI STIAMO BEVENDO IL CERVELLO    di Federico Panaccio 3G

di | 2021-01-03T00:45:12+01:00 3-1-2021 0:45|Alboscuole|0 Commenti
La situazione generata dalla diffusione della pandemia causata dal virus COVID19 ci ha letteralmente colti alla sprovvista. Il periodo che stiamo vivendo è complicato e molto difficile da affrontare e se è vero che l’uomo è capace di adattarsi ad ogni tipo di situazione è altrettanto vero che non tutti sono in grado di fronteggiare la paura che questa crisi sta causando. Molte persone sono state costrette a cambiare totalmente il proprio modo di vivere e tra queste noi studenti che siamo passati dal vederci ogni giorno a scuola, all’isolamento a casa davanti allo schermo grigio di un computer. Noi giovani abbiamo dovuto rinunciare anche ad altre occasioni e luoghi di incontro, come palestre, teatri, cinema, ecc. che ci permettevano di socializzare e confrontarci. La crisi sanitaria ha causato non solo conseguenze negative sull’economia ma anche sulle condizioni morali e sull’equilibrio mentale di tutti noi e molti hanno affrontato le condizioni di stress e ansia dovute inizialmente al lockdown con l’abuso di alcolici. Infatti secondo recenti studi americani, ma anche dell’Osservatorio Nazionale Alcol, in molti, soprattutto donne e giovani, sono caduti nell’alcolismo, non solo per affrontare l’angoscia ma anche per le fake news che sono circolate dall’inizio dell’emergenza. Alcune associazioni di categoria della produzione, in particolare quelle enologiche, ad esempio, avevano diffuso una fake news secondo la quale l’alcol avrebbe potuto disinfettare e quindi contrastare il coronavirus. Addirittura una cantina produttrice di grappa aveva proposto la commercializzazione di una grappa spray per poterla spruzzare direttamente in gola e disinfettare il cavo orale. Successivamente, c’è stato un boom di acquisti di alcolici, soprattutto i superalcolici, inizialmente nei negozi e poi anche sui canali di vendita online che in quel periodo hanno registrato un incremento del 250%. Con questa estrema facilità di acquisto, molte persone si sono sentite giustificate a fare propri comportamenti che normalmente non avrebbe adottato. Molti hanno trovato nell’alcol il “farmaco”, quello per rilassarsi e per allontanarsi da una realtà che non volevano vivere, abusando di bevande alcoliche in qualsiasi momento e senza controllo, con importanti conseguenze negative sulla salute, sia fisica che mentale. Le bevande alcoliche, infatti, non sono “amiche” del cervello. Si sa da tempo che anche il consumo moderato e regolare di alcolici è in grado di recare un danno strutturale e funzionale al cervello. Le lesioni cerebrali possono riguardare tanto i giovani quanto gli anziani e che non si esaurisce nel momento in cui si smette di consumare birra, vino e superalcolici. Le conseguenze sembrano infatti continuare anche nelle prime fasi astinenza e sono proporzionate ai consumi avuti nel tempo. Ma nonostante i danni siano così evidenti e conosciuti, l’aumento dell’alcolismo e dell’abuso di bevande alcoliche ha continuato ad essere molto elevato e questo nuovo periodo di lockdown, anche se parziale, che andremo ad affrontare durante il periodo natalizio fa sorgere spontanea una domanda “Davvero le bevande alcoliche ci aiutano a superare questa situazione o servono solo a farci bere il cervello?”