//Chimera: tra mito e realtà

Chimera: tra mito e realtà

di | 2021-03-20T08:43:16+01:00 18-3-2021 7:42|Alboscuole|0 Commenti
di Alessandra Lisi Classe 2^A. –  Buongiorno cari lettori, come avrete intuito dal titolo, vorrei dedicare quest’articolo ad una creatura della mitologia greca, romana ed etrusca: la Chimera. La descrizione di questo essere mostruoso varia a seconda dell’autore che la descrive, infatti è formato da parti di corpo di animali diversi. Alcuni autori la descrivono come una creatura avente la testa e le zampe anteriori come quelle di un leone, ma con una testa di capra sulla schiena ed una coda di serpente, in grado di sputare veleno o fuoco; altri invece dicono che avesse il corpo di capra, la coda di un drago, la testa principale di leone; altri ancora, dicono che possedeva una testa di lupo, al posto di quella da capra e che aveva ali e coda di drago, ma la sua testa principale era sempre, per tutte le descrizioni, quella di un leone maschio in grado di sputare fuoco. Questo  mostro mitologico, era sinonimo di un insieme di vizi: la violenza del leone, la perfidia e l’oscurità del serpente. Nella mitologia questa strana bestia sarebbe stata generata da Tifone ed Echidna, quindi sarebbe un mostro di origine divina, tanto che per sconfiggerlo l’eroe greco Bellerofonte chiese l’aiuto di Pegaso. Quest’ultimo, era un cavallo niveo, unico grazie alle sue possenti ali che gli permettevano di volare nel grande cielo. Pegaso è presente nella mitologia greca ed era anch’esso di origine divina. La Chimera, venne uccisa per una delle sue formidabili caratteristiche: quella di poter sputare fuoco. La lancia, forgiata in piombo, di Bellerofonte, dopo essere finita all’interno della gola dell’animale, finì per sciogliersi a causa dell’elevata temperatura e così, l’eroe greco, riuscì ad uccidere l’invincibile Chimera che, anche se di origine divina, non si salvò da quel tossico metallo.  Vi ringrazio, come sempre, per aver letto l’articolo fino alla fine. Nell’invitarvi a continuare a leggere la nostra testata: l’appuntamento è al prossimo articolo!