//“Andrà tutto bene” Un giornalino per il futuro- -Alessandra Gargiulo IID-

“Andrà tutto bene” Un giornalino per il futuro- -Alessandra Gargiulo IID-

di | 2020-04-01T16:30:50+02:00 1-4-2020 16:22|Alboscuole|0 Commenti
3 ottobre 2030-  Mi sono ritornati in mente quei brutti momenti del corona virus, per chi se lo stesse chiedendo il corona virus si diffuse in Cina. A causa di questo virus  rimanemmo a casa per molto tempo senza vedere amici parenti e insegnanti . Si diffuse molto in fretta prima in Cina poi in Italia del  nord poi anche al sud e pian piano anche in Spagna,  Francia, Inghilterra , America e Russia. Furono contagiate anche persone famose come il principe Carlo di Inghilterra, Alberto di Monaco , tante persone e purtroppo tanti morti. Ogni giorno era una grande tristezza quando il pomeriggio arrivavano i dati dei contagiati , ricoverati in rianimazione e purtroppo dei morti. Quelle persone morivano da sole senza avere vicino i loro parenti. La giornata di noi ragazzi  all’inizio era molto monotona poi grazie alla tecnologia  riuscimmo a fare delle lezione virtuali, non era come stare a scuola però ci dava un senso di normalità, sentivamo la vicinanza dei professori che potevano tranquillizzarci e spiegare il momento storico che stavamo vivendo. Tante persone furono licenziate , mancavano soldi per mangiare e ci furono anche molte rivolte. In un ospedale di Napoli, il Cotugno, i medici tentarono una nuova cura ma le settimane passavano senza trovare una soluzione definitiva.Solo dopo molto tempo si riuscì a trovare un vaccino. Furono vaccinati prima gli ammalati e gli anziani e poi piano piano tutta la popolazione. Si riaprirono tutti i negozi, man mano ripresero tutte le attività e finalmente potevamo uscire a fare una passeggiata. Ci rincontrammo con gli amici, riprendemmo la vita di sempre, ma ci sentivamo tutti più forti: forti perché avevamo sconfitto il nemico, forti perché non ci eravamo arresi, forti perché avevamo scoperto che si poteva vivere diversamente. Se oggi siamo adulti responsabili, lo dobbiamo anche a quell’esperienza del passato che ci ha temprati e ci ha fatto riscoprire i valori della vita e della famiglia che, riunita in casa, affrontava la quotidianità con determinazione e speranza.