//25 novembre: giornata internazionale contro la violenza sulle donne

25 novembre: giornata internazionale contro la violenza sulle donne

di | 2019-02-20T05:05:21+01:00 20-2-2019 5:05|Alboscuole|2 Comments
di Catia Campanini 5^ OD/serale Una giornata per dire basta contro ogni forma di violenza:fisica, sessuale, psicologica, attuata verso il mondo femminile. Basta! E’ ora di gridare al mondo!Per la sofferenza e il dolore che milioni di donne nel mondo sono costrette a sopportare,sacrificando, nei casi estremi, la propria vita. Quanto sangue deve essere versato ancora…occorre fare qualcosa!Il silenzio e la colpa uccidono di più: la dignità della donna come essere umano. Le vittime sono sempre in aumento e questo stimola il Governo a proporre ea emanare leggi adeguate in grado di rispondere in modo efficace. Nonostante ciò, il fenomeno è inarrestabile: si stima che la maggior parte degli abusi avvenga dentro i muri domestici e che sia effettuata dal partner o ex- partner. Le donne devono avere il coraggio di denunciare, perché solo così possono affermare la propria dignità e godere della libertà garantita da leggi che le tutelano. Così, nel 2013, il Parlamento italiano ha ratificato la Convenzione di Istanbul,sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne: è stato fatto un passo avanti per l’umanità!Si riconosce, per la prima volta nella storia, la violenza contro le donne come la “violazione dei diritti umani”.Una soddisfazione che non asciugherà le lacrime e non fermerà lo scorrere del sangue!Così, nel 2015, è stato attuato, in modo “urgente”, un piano d’azione contro il femminicidio. La forma di violenza più diffusa è quella domestica ed è quella più difficile da controllare perchè si consuma all’interno del “nido familiare”.La reticenza, la vergogna,la minaccia, l’intimidazione, spingono la donna a chiudersi in se stessa. Non è la violenza fisica che fa più male, ma quella psicologica. La violenza esplode come una “bomba”e in un attimo non c’è più niente, e non sai perché è successo, ma sai di certo che succederà ancora, ancora…e, magari speri che il danno sia minore della volta precedente ma…ancora speri, e…quando arriverà, sarà veramente distruttiva, perché forse,sarà “l’ultima”. Incomprensione, discussione, lite… e pacificazione, poi lite e pacificazione e la storia si ripete: finché succede qualcosa che non deve accadere. Violenza alternata a falsa pacificazione. In questo circolo vizioso la donna perde autostima, si sente inadeguata, perde la propria sicurezza, prova senso di colpa, divisa tra finzione e realtà, si sente smarrita, non sa cosa faree…ha tanta paura che possa accadere ancora e ancora. Da che mondo è mondo, le liti in famiglia sono sempre successe: iniziavano e finivano senza andare oltre, ora questo limite viene superato troppo spesso. Le donne vengono uccise da uomini che quasi sempre confessano di averle amate. Ma perché? L’unica risposta che riesco a dare è che l’uomo ha perso Il ruolo di dominatore dell’universo, non riesce più a controllare il mondo che velocemente cambia e si trasforma. L’uomo si sente “impotente”.L’umanità si trova in una situazione molto difficile perché la società, l’economia, la tecnologia e il rapporto tra uomo e donna stanno cambiando molto velocemente. L’uomo non è capace di stare al passo perchè la sua psiche ha bisogno di tempo per assimilare i cambiamenti e “accomodare”il comportamento con risposte adeguate. L’impotenza produce “stress”. Gli uomini violenti sono quelli che non riescono a dare una risposta equilibrata all’impotenza che provano quando si sentono “rifiutati”dal partner, e mettono in atto risposte d’istinto animale per recuperare il potere sulla realtà e affermare se stesso. L’uomo regredisce e scarica la tensione emozionale sulla donna. Lei, schiacciata dalla prepotenza e impotenza dell’uomo, cede alla paura e al ricatto. La donna si colpevolizza, si sente confusa cerca di trovare delle giustificazioni e spesso accusa se stessa del fallimento. Quando acquista fiducia e decide di porre fine alla schiavitù, si arresta e decide di tornare indietro. Dopo alcuni tentativi la “rinuncia” è la decisione. Si Sottomette a una vita grigia fatta di abusi quotidiani dove l’unica via di salvezza è l’alienazione. Silenzio. Complice del suo aguzzino, nega gli abusi. In questa società tecnologica è necessario trasformare i “contatti”in “relazioni”.Solo attraverso la relazione e il dialogo, le emozioni si schiudono e impariamo a conoscerle, a conoscere noi stessi e gli altri. Impariamo a volerci bene ed amare, perché tutto è “amore”. Sì, affrettiamoci! Andiamo a prendere quel dono che ci e’stato dato tanto tempo fa e che lo abbiamo nascosto nel luogo più recondito del cuore per paura che qualcuno ce lo portasse via: cerchiamolo dappertutto, chiamiamolo a voce alta…il suo nome e’ “AMORE”!Solo l’amore può tutto.