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A proposito di legalità, tutta al femminile

di | 2018-02-18T20:41:35+01:00 19-2-2018 6:55|Attualità, Sezione 7|0 Commenti

ENNA – Parla al femminile la risposta alle intimidazioni della “mafia dei pascoli”.

Magda Scalisi, imprenditrice palermitana di 36 anni, da alcuni mesi conduce la sua battaglia contro chi, con minacce e intimidazioni, cerca di farla ritornare sui suoi passi che l’hanno portata a prendere in gestione un Rifugio nel parco dei Nebrodi, in una località tra le province di Messina e Palermo. Per farla desistere le hanno provato tutte: dall’uccisione dei suoi cani alla mutilazione dei maiali. E tutto questo per farla impaurire e stancare, per farle lasciare la struttura e cederla per pochi soldi ai boss della mafia dei pascoli. Lei, però, non si arrende e non se ne vuole andare, cosa che, invece, hanno fatto i suoi dipendenti. Una donna manager è difficile da accettare in questi posti, tant’è che, appena arrivata, i fornitori le chiedevano se potevano parlare con il marito o con il padre, ma lei rispondeva che era l’unica persona a cui si potevano rivolgere. Sostenuta dalle forze dell’ordine, Magda chiede di non essere lasciata sola nella sua battaglia perché un territorio, la Sicilia, potrà essere considerato libero dalla mafia solo quando ognuno potrà esercitare liberamente il proprio lavoro. E a chi la considera un’estranea, con l’ardire di operare nella legalità, risponde: “Io non ho paura e resto qua”.

Analoga vicenda per tre sorelle che, insieme alla loro madre, gestiscono un’azienda agricola in provincia di Palermo, tra Bagheria e Corleone, in quello che era stato per tanto tempo, un feudo di Bernardo Provenzano. Fino a quando c’era il padre nessuno ha avuto nulla da ridire, ma all’inizio del 2006 con la sua morte, tutto è cambiato. “Quattro fimmini suli non potranno mai gestire l’azienda” dicevano loro. Da qui la richiesta di acquisto da parte della mafia per pochi soldi di questi terreni, ma al rifiuto di vendita cominciano gli atti intimidatori: distruzione di raccolti, uccisioni di animali. Dopo anni di silenzi, nel 2014 hanno deciso di denunciare le intimidazioni ricevute e come la Scalisi anche loro affermano che non se ne andranno mai dalla Sicilia e non la daranno vinta alla mafia.

Rosa Rosano

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